Tumore e vita lavorativa: quando alla preoccupazione della malattia si aggiunge quella per il lavoro

0

Continuare a lavorare dopo una diagnosi di tumore è importante per mantenere un senso di normalità e di progettualità nella vita quotidiana.

Tuttavia tumore e lavoro è un binomio non sempre facile da gestire, soprattutto in un momento di oggettiva fragilità. Spesso, infatti, la diagnosi della malattia avviene in età lavorativa, età in cui la produttività e la continuità lavorativa sono essenziali. Infatti una delle prime domande che vengono poste subito dopo la diagnosi  è “Sarò in grado di continuare a lavorare?”

Tutelare il posto di lavoro, per chi riceve una diagnosi di tumore, è una necessità sia economica sia psicologica. Purtroppo però lo scenario cambia radicalmente in termini economici, di sussidi per la malattia e psicologici se si è lavoratori dipendenti o liberi professionisti.

Tumore e lavoro: se sei un lavoratore dipendente

La capacità di lavorare durante il trattamento dipenderà inevitabilmente dal:

  • tipo e stadio del tumore
  • trattamento terapeutico e i suoi effetti collaterali
  • tipo di lavoro svolto.

La prima cosa da fare è chiedere consiglio al medico per verificate se si sarà in grado di lavorare durante le terapie.  La decisione dipenderà anche dal supporto e dalla flessibilità del datore di lavoro. La situazione di ogni persona è diversa. Non tutti con lo stesso tipo di tumore prenderanno la stessa decisione sul lavoro. E’ importante chiarire da subito che non c’è una regola.

È meglio fare ciò che è giusto per noi stessi.

Bisogna comunicarlo al datore di lavoro?

La comunicazione della diagnosi al datore di lavoro può risultare difficile. Questa difficoltà mette in evidenza l’importanza e la delicatezza di questo momento in quanto una buona comunicazione può garantire una maggiore comprensione da parte del contesto aziendale e il benessere di chi affronta la diagnosi. Anche se solo all’idea di parlarne al datore di lavoro genera ansia e stress nei giorni precedenti all’incontro, il consiglio è di informare il datore di lavoro. E’ importante che sappia tutto ciò che potrà influire sulla capacità di svolgere i compiti essenziali del proprio lavoro. La divulgazione può essere vissuta come cosa imbarazzante, ma allo stesso tempo forzata dalla necessità di ottenere supporto e di avanzare richieste al datore di lavoro.

Mantenere segreta la diagnosi può causare ulteriori preoccupazioni inutili nel tentativo di coprirla.

Essere aperti con il datore di lavoro può:

  • consentire di discutere del supporto di cui si ha bisogno e di eventuali adattamenti da prevedere nel lavoro
  • aiutare a scoprire possibili vantaggi a cui si può accedere
  • rendere più semplice l’organizzazione di accordi di lavoro flessibili, come il telelavoro o lo smart working
  • ridurre il rischio che qualsiasi impatto delle terapie sul lavoro sia visto come scarsa prestazione lavorativa.

Consigli per prepararsi alla comunicazione con il datore di lavoro

Sarà normale provare ansia, preoccupazione e nervosismo. Alcuni semplici consigli possono aiutarci a prepararci e a sentirci pronti per dare la comunicazione:

  • decidere in anticipo quante informazioni si vogliono condividere
  • richiedere un incontro in un luogo tranquillo e privato dove non si verrà interrotti. Concedere un tempo adeguato per l’incontro, senza avere fretta di terminarlo
  • prepararsi una lista sulle esigenze personali e su come affrontare qualsiasi impatto sul posto di lavoro
  • rassicurare il responsabile dell’interesse per il proprio lavoro
  • non pensare di dover essere d’accordo su tutto nel primo incontro. Potrebbe essere necessario ad entrambi un secondo appuntamento a seguito di alcune riflessioni fatte insieme.

Bisogna dirlo ai colleghi?

Non esiste una risposta giusta o sbagliata.

E’ una decisione personale che dipende dalle circostanze individuali. E’ possibile che la condivisione dei dettagli sulla diagnosi di tumore e sulle terapie nel contesto lavorativo possa farci sentire a disagio.

Gli aspetti da considerare per decidere se condividere la propria situazione includono:

  • i tipi di relazioni presenti in azienda
  • il clima lavorativo
  • l’impatto sulla coesione del team se lo si comunica solo ad una parte di esso
  • come sono state vissute nel passato altre comunicazioni di malattie.

Anche in questo caso il consiglio è di comunicarlo anche ai colleghi con cui si collabora più strettamente e con cui si ha anche un rapporto di fiducia. La condivisione con i colleghi offre loro l’opportunità di esprimere la preoccupazione ma anche l’offerta d’aiuto. Questo aspetto è importante perchè può aiutare a vivere in modo più sereno la vita dentro e fuori l’azienda.

Non giudicarti se, durante la comunicazione, non riesci a controllare le emozioni, è normale.

Può capitare anche di ritrovarti a informare ed “educare” gli altri sulla malattia. Non è detto che sappiano a cosa andrai incontro.

Lavoratore  autonomo

La vita del libero professionista, si sa, da un punto di vista “assistenziale” non è facile, ancor di più in questa circostanza. Non se ne parla tanto, eppure quello dei lavoratori autonomi che si ammalano è un problema diffuso. Se ne parla poco anche perchè i professionisti stessi sono i primi a nascondersi per via del  “vendersi nel mercato” insito nel ruolo. Bisogna essere sempre splenditi, solari, belli e dinamici per vincere la concorrenza spietata e mantenere i clienti.

La preoccupazione prevalente è quella che la malattia possa interferire con la capacità di rispettare le scadenze, mantenere i contatti con i clienti e gli standard produttivi precedenti.

Gestire al meglio l’attività

A seconda della situazione, è possibile che la terapia e gli impegni di lavoro possano essere programmati per ridurre l’impatto sull’attività lavorativa.

La famiglia e gli amici possono essere preziose fonti di supporto e consigli, anche se spesso può venir naturale escluderli dalle nostre decisioni in momenti di vita in cui c’è una particolare sofferenza. Il consiglio è sempre di cercare una comunicazione e una relazione costruttiva con essi in modo da stare anche meglio con noi stessi e sentirci supportati.

Questi semplici suggerimenti possono essere di aiuto per un libero professionista:

  • cerca di essere realistico sullo stato di salute e su quanto lavoro riuscirai a svolgere
  • dai la priorità agli impegni essenziali ed urgenti e considera la possibilità di rimandare quelli non urgenti e non importanti
  • chiedi o accetta eventuali offerte di aiuto da familiari e amici
  • considera di lavorare da casa
  • se possibile termina i compiti prioritari prima dell’inizio delle terapie.

Raccontare ai clienti la malattia, anche in questo caso, è scelta personale. Bisogna solamente decidere quanto vogliamo comunicare e in che modo l’attività continuerà a rispettare gli impegni presi nel rispetto dei clienti e della fiducia che riportano nel nostro ruolo.

Tumore e lavoro: è importante l’impegno di tutti

Per far si che il lavoro resti una colonna portante nella vita, anche per chi riceve una diagnosi di tumore è fondamentale eliminare lo stigma che ruota attorno a questa malattia in ambito lavorativo. Sicuramente da un punto di vista sociale tanto stanno facendo associazioni e pazienti. Tuttavia anche da un punto di vista aziendale è auspicabile investire nell’informazione e nella formazione dei propri dipendenti ad una maggiore consapevolezza della malattia e a tutto ciò che comporta nella vita di chi nè è coinvolto.

Non smettiamo di fare divulgazione in merito al tumore e alla sua implicazione nella vita lavorativa e sociale. Ognuno di noi può contribuire ad eliminare lo stigma che ruota attorno ad esso!

Tumore e lavoro: quali tutele

In ambito di tutela del lavoro dipendente in caso di diagnosi di tumore la legge prevede una serie di stumenti. Rimandiamo l’approfondimento ai link di seguito:

 

Finalmente anche per chi è un libero professionista la legge prevede alcune tutele che potrai approfondire di seguito:

Lavoratori autonomi e malattia

 


Paola Arisci – Psicologa. Puoi contattarla su Mindwork

Foto by mohamed Hassan

Editing: FraParentesi

Share.
Avatar

CONOSCIAMOCI MEGLIO

PROFESSIONE:
COMPETENZE: