dolori articolari e terapia ormonale

In tante ci chiedete come gestire i dolori articolari causati dalla terapia ormonale (detta anche ormonoterapia). Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Ricchini, oncologo e consulente in Terapia del Dolore e Cure Palliative, che ci spiega il perché e come attenuarli.

COSA SONO LE ARTRALGIE E PERCHÉ SONO UN PROBLEMA?

dolori articolari e terapia ormonaleL’artralgia, più precisamente la parola artralgia significa , dolori articolari, costituisce un serio problema per l’impatto negativo sulla qualità di vita e le difficoltà di trattamento.

Attività quotidiane come: lavare, stirare, cucinare, già di per sé poco allettanti, rischiano di trasformarsi in imprese ancora più ardue se complicate dal dolore. Anche uscire per una passeggiata in centro con le amiche, oppure il tragitto scrivania-bar in pausa pranzo in ufficio possono risultare percorsi in salita se accompagnati dal mal di piedi.

Inoltre, una terapia causale che causa presenza di dolore come effetto collaterale non viene di certo assunta volentieri, soprattutto se la durata prevista è di cinque anni. Può capitare così che ogni tanto se ne salti l’assunzione o addirittura che si chieda al medico di reparto di sospendere l’ormonoterapia.

QUALI ARTICOLAZIONI SONO COLPITE E QUANDO?

dolori articolari e terapia ormonaleLe artralgie colpiscono soprattutto le piccole articolazioni ovvero quelle di:

  • mani
  • polsi
  • piedi
  • caviglie
  • ginocchia spesso in modo simmetrico.

Al dolore vero e proprio si possono associare diffusa rigidità articolare, soprattutto al mattino, e dolori muscolari.

Quando può comparire il dolore? E quanto durerà?

La presenza di dolore può iniziare, in media, dopo un mese e mezzo dall’inizio della terapia ormonale. Tuttavia in alcuni casi si può sviluppare anche entro le prime due settimane o addirittura dopo oltre dieci mesi dall’inizio dell’ormonoterapia.

E’ possibile che una terapia antalgica e corretti stili di vita (come vedremo più avanti) possano aiutare a controllare il dolore. Tuttavia è anche possibile che ci si debba convivere per tutta la durata del trattamento. Al termine della terapia con gli inibitori delle aromatasi il dolore poi progressivamente può regredire.

QUALE È LA CAUSA DELLE ARTRALGIE?

Tutti e tre gli inibitori delle aromatasi (anastrozolo, letrozolo ed exemestane) come anche il tamoxifene possono causare dolori articolari, in egual misura.

Perché?

Secondo le evidenze scientifiche il dolore sarebbe provocato da una riduzione dei livelli di estrogeni nel sangue a causa della terapia ormonale. Il meccanismo esatto per cui si sviluppa il dolore non è ancora noto ma esistono diverse teorie; è buona norma, dunque, essere prudenti per evitare qualsiasi possibile complicanza.

Gli estrogeni hanno proprietà antalgiche

Si sa che gli estrogeni hanno proprietà antalgiche stimolando il rilascio di oppioidi nel midollo spinale. Non a caso le donne riescono a tollerare il dolore del parto, proprio quando sono molto elevati i livelli degli estrogeni nel sangue.

Inoltre normalmente gli estrogeni tengono sotto controllo la risposta infiammatoria e quindi il dolore ma se il livello ormonale si abbassa il dolore aumenta.

I FARMACI RESPONSABILI DEI DOLORI ARTICOLARI NELLE TERAPIE ORMONALI

Tra i principali farmaci elaborati dalla ricerca ed utilizzati nella terapia ormonale troviamo:

Gli inibitori delle aromatasi:

si tratta di quella categoria di farmaci in grado di bloccare la produzione di estrogeni. Sono solitamente impiegati in condizioni in cui si è già in menopausa, quando le ovaie smettono di produrre estrogeni che vengono invece prodotti dai tessuti limitrofi.

Nella categoria degli inibitori delle aromatasi ci sono i farmaci:

  • letrozolo
  • anastrozolo
  • exemestane

2. Il Tamoxifene

Un altro farmaco utilizzato nei casi in cui è richiesta una terapia sistemica ormonale è il tamoxifene, un farmaco in grado di impedire agli estrogeni di “comunicare” con le cellule del tumore. Così facendo evita che le cellule tumorali si moltiplichino. Questo farmaco è utilizzato nei casi in cui non si è ancora entrati in menopausa o si è già superata, ma anche quando non è possibile assumere farmaci inibitori delle aromatasi.

3. Agonisti dell’LHRH (o GnRH): esempio Enantone

Un’altra terapia iniziale ormonale utilizza i farmaci agonisti dell’LRH (goserelin, triptorelina, leuprorelina acetato). Tra questi ricordiamo il farmaco Enantone che come il resto della categoria, diversamente dai farmaci sopracitati (inibitori dell’aromatasi e tamoxifenze), agisce bloccando un particolare ormone che induce le ovaie a cessare la produzione degli ormoni.

Alla base dei dati che abbiamo, purtroppo, queste categorie di farmaci possono causare alcuni effetti collaterali comuni a tutte le terapie ormonali. In particolare, in relazione a come reagisce il nostro corpo, si potrebbero avvertire disturbi come:

  • sudorazione e vampate
  • insonnia
  • sbalzi d’umore
  • mal di testa
  • osteoporosi
  • artralgie, su cui ci soffermiamo in questa parentesi.

QUALI SONO LE DONNE PIÙ A RISCHIO DI SVILUPPARE ARTRALGIE?

I fattori di rischio che possono predisporre alla comparsa dei dolori articolari sono diversi. Primi fra tutti:

  1. l’obesità (indice di massa corporea BMI > 30)
  2. il sovrappeso (BMI compreso tra 25 e 30)
  3. altri fattori di rischio sono costituiti dalla pregressa assunzione di contraccettivi e pregressi cicli di chemioterapia. Il motivo per cui questi fattori di rischio sono associati alle artralgie non è però noto ad oggi .

ESISTE UNA TERAPIA PER LE ARTRALGIE?

Se si è iniziata l’ormonoterapia con gli inibitori delle aromatasi è bene parlare con l’oncologo della possibilità che compaiono dolori articolari. Se ci si aspetta un
effetto collaterale è possibile che lo si tolleri meglio non venendone colti alla sprovvista e di sorpresa.

QUALI TRATTAMENTI?

Al momento uno standard di trattamento non è ancora stato approvato. Probabilmente proprio perché i medici stessi hanno difficoltà a riconoscere le artralgie come effetto collaterale e quindi ne sottovalutano l’impatto sulla qualità di vita.

DOLORI ARTICOLARI: ALCUNE SOLUZIONI

L’unica terapia con un beneficio provato da studi clinici è l’agopuntura. Da diverso tempo, infatti, è usata per dolori articolari non correlati al tumore. Il meccanismo esatto con cui l’agopuntura agisca per le artralgie è ancora oggetto di studio.

dolori articolari e terapia ormonaleQuello che è certo è che non interferendo con i livelli ormonali non interferisce con l’effetto terapeutico degli inibitori delle aromatasi. Probabilmente l’effetto dell’agopuntura consiste nello stimolare il rilascio di oppioidi nel sangue e nel migliorare la circolazione.

Se il trattamento con l’agopuntura non fosse disponibile, parlatene con l’oncologo per valutare insieme terapie differenti.

Vitamina D e lievi artralgie

In caso di artralgie lievi, cioè che non compromettono la vita quotidiana, potreste valutare con l’oncologo l’assunzione di vitamina D.

Ad esempio 50.0000 UI di vitamina D assunte una volta alla settimana per tre mesi.

Dolore intenso e terapia del dolore

In caso di dolore più debilitante ed intenso, l’oncologo vi potrebbe indirizzare verso un collega che si occupi di terapia del dolore. Questo specialista rivaluterà l’intensità del sintomo con questionari ed interviste dedicate.

Con il terapista del dolore, o con l’oncologo stesso, se informato sul sintomo, si potrà valutare una terapia che preveda:

  • basse dosi di corticosteroidi

E’ stato valutato in diversi studi clinici che 5 mg di prednisone assunti una volta al giorno, già dopo una settimana possono alleviare le artralgie.

  • farmaci analgesici ed anti-infiammatori

Si tratta di una terapia con i farmaci analgesici ed anti-infiammatori più comuni (FANS, farmaci anti infiammatori non steroidei). L’ibuprofene, ad esempio, può essere utilizzato sebbene non con dimostrata efficacia.

  • antidepressivi con effetto antalgico e gli oppioidi

Gli antidepressivi con effetto antalgico e gli oppioidi, in casi particolari di dolore intenso e refrattario ai FANS. In quest’ultimo caso meglio fare riferimento al terapista del dolore, per valutare insieme gli effetti collaterali e la durata della terapia.

In alcuni casi si può valutare con l’oncologo la sostituzione di un inibitore delle aromatasi con un altro inibitore o con il tamoxifene. Quest’ultimo, pur essendo un antitumorale ormonale anti-estrogenico, agisce diversamente dagli inibitori delle aromatasi e con meno probabilità di sviluppo di artralgie.

I BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA

dolori articolari e terapia ormonaleNon dimentichiamo, infine, che quando si segue l’ormonoterapia (terapia ormonale con inibitori delle aromatasi) l’attività fisica può aiutare a prevenire la comparsa delle artralgie e limitarle se già presenti. Scegliete un livello di attività fisica adeguato alle vostre possibilità, ad esempio il nuoto, la bicicletta, la ginnastica dolce oltre alle passeggiate.

DOLORI ARTICOLARI E TERAPIA ORMONALE: IN SINTESI

Le artralgie rappresentano un frequente effetto collaterale della terapia ormonale (detta anche ormonoterapia) con gli inibitori delle aromatasi. Spesso viene sottovalutato con forte impatto sulla qualità di vita. E’ importante comunicare al medico di reparto, oncologo, la comparsa di questi disturbi affinchè vengano trattati, dall’oncologo stesso oppure dal terapista del dolore. In questo modo è possibile monitorare l’andamento della terapia antalgica.


Dott.ssa Francesca Ricchini – Medico oncologo, consulente in Terapia del Dolore e Cure Palliative

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