Un disturbo molto comune quando si affronta una diagnosi di cancro riguarda il sonno e l’insonnia. Lo confermano i dati raccolti nel corso degli anni da diversi studi che indicano come a soffrirne siano un numero importante di persone (fra il 30% e il 60%) che dormono male o per niente nel corso della notte.
Essendo un disturbo così diffuso abbiamo deciso di dedicargli una parentesi per capire meglio cause, conseguenze e rimedi.
Indice argomenti:
PERCHE’ IL SONNO E’ COSI’ IMPORTANTE?
Il sonno è fondamentale per la salute fisica e mentale di ognuno di noi, ci aiuta a rimanere in buona salute e a funzionare al meglio. Dormire:
- Migliora la nostra capacità di imparare, ricordare e risolvere i problemi.
- Abbassa la pressione sanguigna.
- Aiuta alcuni ormoni che controllano:
- La crescita
- La riparazione di cellule e tessuti
- Il sistema immunitario (per combattere le infezioni)
- I livelli di zucchero nel sangue (che influenzano l’energia)
- L’appetito.
Non dormire bene o non dormire affatto (insonnia) influenza la nostra capacità di restare vigili e coinvolti nelle normali attività durante il giorno. A maggior ragione se si è in terapia un buon sonno è importante per migliorare i livelli di energia e per affrontare al meglio gli effetti collaterali del tumore e dei trattamenti.
CHE COS’E’ L’INSONNIA E QUALI SONO I DISTURBI DEL SONNO?
Per comprende bene cosa sia l’insonnia è importante sapere che durante il sonno si alternano due fasi principali, entrambe necessarie per “un buon sonno notturno.” Queste fasi sono:
- Il sonno REM (Rapid Eye Movement – movimento rapido degli occhi), noto anche come “il sonno dei sogni”. In questa fase il nostro cervello è attivo.
- Il sonno NREM (Non REM) che corrisponde alla fase tranquilla o riposante del sonno. Ha quattro fasi, dal sonno leggero al sonno profondo.
Generalmente le fasi del sonno si ripetono durante la notte secondo un modello che prevede un ciclo di una fase non-REM seguito da una fase REM. Ogni ciclo dura circa 90 minuti e viene ripetuto 4-6 volte durante 7-8 ore di sonno. Il ciclo sonno-veglia è determinato dal “ritmo circadiano” cioè un orologio biologico interno che può essere modificato da interferenze negli schemi individuali del sonno.
I modelli del sonno, infatti, possono cambiare da persona a persona. Per questo la quantità di sonno di cui si ha bisogno per sentirci riposati può essere inferiore o superiore a quella degli altri. Se il sonno viene interrotto o non dura abbastanza a lungo, le fasi del sonno non sono completate e il cervello non può portare a termine tutte quelle attività che ci aiutano a a dare ristoro al corpo e alla mente.
Ci sono cinque principali tipi di disturbi del sonno che influenzano il sonno normale.
- Insonnia: è il principale disturbo del sonno che comporta la difficoltà ad addormentarsi e a rimanere addormentati.
- Apnea del sonno: un disturbo respiratorio in cui la respirazione si ferma per 10 secondi o più durante il sonno.
- Sonnolenza (ipersonnia): comporta la difficoltà a rimanere svegli durante il giorno.
- Disturbi del ritmo circadiano: si riferiscono ad uno squilibrio del ciclo sonno-veglia, che ci impedisce di dormire e svegliarci al momento giusto.
- Parasonnia: raggruppa disturbi diversi come il bruxismo e il sonnambulismo.
DISTURBI CRONICI
I disturbi del sonno e l’insonnia sono considerati cronici se si ripetono per 3 o più notti nel corso della settimana per almeno 3 mesi. Non sottovalutarli è importante poichè possono aumentare il rischio di ansia o depressione.
QUALI SONO LE CAUSE DELL’INSONNIA IN CHI HA UN CANCRO?
I disturbi del sonno più comuni tra chi ha un tumore sono l’insonnia e un ciclo sonno-veglia alterato.
Le ragioni alla base di questi disturbi possono essere molteplici, come:
- cambiamenti fisici causati dal cancro o dall’intervento chirurgico.
- effetti collaterali dei farmaci o di altri trattamenti oncologici.
- la degenza in ospedale.
- lo stress legato alla diagnosi.
- problemi di salute non legati al tumore.
Il tumore stesso può essere causa del disturbo per:
- la pressione esercitata dal tumore su determinate aree del corpo.
- problemi gastrointestinali (come nausea, stitichezza, diarrea).
- Fastidi vari come: dolore, febbre, tosse.
- Fatigue
Anche alcuni farmaci o trattamenti utilizzati per periodi lunghi possono influenzare il sonno. Tra questi ad esempio ci sono:
- le terapie oncologiche come la terapia ormonale.
- l’uso di corticosteroidi.
- l’assunzione di farmaci che influenzano il sistema nervoso centrale.
Parlare con il medico per diminuire o, se possibile, interrompere l’uso di alcuni farmaci può essere d’aiuto per ristabilire il giusto equilibrio sonno-veglia.
INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO: DIAGNOSI E RIMEDI PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DEL SONNO
Per capire come gestire l’insonnia e i disturbi del sonno il primo passo da compiere è la valutazione da parte di un medico.
Per iniziare parlane con l’equipe che ti segue.
Considera che esistono anche centri e dottori specializzati in disturbo del sonno che possono essere d’aiuto. Puoi consultare il sito Aims – Associazione Italiana Medicina del sonno per trovare il centro più vicino.
Generalmente la valutazione dei disturbi del sonno include la raccolta di dati come:
- Effetti collaterali del cancro e delle terapie
- Medicinali, comprese le vitamine, e altri farmaci da banco che stai assumendo
- Ricadute emotive della malattia e dei trattamenti
- Stile di vita (alimentazione, esercizio fisico).
Il medico potrebbe richiedere di tenere un diario del sonno per monitorare l’andamento dei cicli sonno-veglia.
Inoltre la valutazione potrebbe prevedere un polisonnogramma che consiste in un gruppo di registrazioni effettuate durante il sonno che mostrano:
- l’andamento delle onde cerebrali.
- i movimenti degli occhi.
- la frequenza respiratoria.
- la pressione sanguigna.
- la frequenza cardiaca e l’attività elettrica del cuore e di altri muscoli.
TRATTAMENTO DELL’INSONNIA E DEI DISTURBI DEL SONNO
Il trattamento dei disturbi del sonno può includere approcci differenti sia farmacologici che non.
Per iniziare bisognerebbe considerare quelle che vengono definite delle norme igienico-comportamentali che se adottate correttamente possono aiutare a ridurre i disturbi del sonno. Riprendiamo di seguito le indicazioni derivanti dalle linee guida Aiom 2020.
- Svolgere attività fisica regolare al mattino e/o al pomeriggio, evitando di praticarla nelle 3 ore prima di andare a letto.
LO YOGA
Vale la pena segnalare l’unico studio di fase 3 pubblicato da Mustian et al . Lo studio è stato condotto su un campione di 410 persone utilizzando il programma UR Yoga for Cancer Survivors (YOCAS©®) composto da esercizi di respirazione, 18 posture di Hatha e yoga rigenerativo e meditazione per 4 settimane, due volte a settimana, 75 minuti a sessione).
Lo studio ha dimostrato un miglioramento dell’insonnia e della qualità del sonno.
Ricordate che è importante che il programma di attività fisica/yoga sia personalizzato al fine di evitare ogni tipo di rischio.
- Aumentare l’esposizione a luce intensa durante il giorno.
- Ridurre l’esposizione a luce intensa (per es. computer, cellulare o altre fonti di luce vicino agli occhi) nelle ore prima di coricarsi e durante la notte.
- Evitare i pasti pesanti e limitare l’assunzione di liquidi nelle 3 ore prime di andare a letto.
- Evitare l’alcol e la nicotina prima di andare a dormire.
- Limitare il consumo di sostanze stimolanti come caffeina, te e cioccolato ed evitare il consumo nelle 4 ore prima di coricarsi.
- Abbandonare il più possibile ogni forma di preoccupazione prima di andare a dormire.
- Evitare di guardare l’orologio quando si è svegli durante la notte.
- Andare a letto sempre alla stessa ora, creare una routine.
- Limitare i sonnellini diurni (al massimo uno, di durata inferiore ai 30 minuti).
- Migliorare l’ambiente del sonno (stanza buia e silenziosa, temperatura confortevole, tra 15.6 e 19.4 gradi)
Percorsi psicoterapeutici e terapia cognitivo-comportamentale
Tra gli approcci non farmacologici vanno considerati anche i percorsi psicoterapeutici. Sono utili ad esempio le tecniche di rilassamento e d’autoipnosi, eseguite prima d’andare a letto. Molto diffusa è anche la terapia cognitivo-comportamentale (Cognitive-Behavioral Therapy For Insomnia CBT-I) in grado di ridurre l’angoscia causata dai disturbi del sonno e di aiutare il rilassamento.
L’obiettivo della CBT-I è di ripristinare il sonno in maniera naturale attraverso un approccio che coinvolge la sfera psicologico-emozionale a diversi livelli. Spazia dalle tecniche per la gestione dell’ansia e delle emozioni negative, alla comprensione dei meccanismi del sonno e dell’insonnia, alla messa a fuoco di quelle abitudini e comportamenti che aiutano ad addormentarsi e a mantenere il sonno.
Come riportato dalle linee guida Aiom 2020, diversi studi condotti a partire dal 2016 hanno dimostrato l’efficacia della CBT-I in tutte le modalità (ad esempio terapia individuale, terapia di gruppo, terapia online), e i benefici si sono mantenuti nel tempo.
Nel 2019 in Italia è nata l’associazione CBT a cui rivolgersi per individuare un terapeuta.
In generale questo approccio terapeutico è considerato come opzione terapeutica di prima linea dell’insonnia.
Un recente studio condotto presso lo Sloan Kettering evidenzia che oltre alla terapia cognitivo-comportamentale anche l’agopuntura si è dimostrata efficacia contro l’insonnia.
Entrambi i trattamenti hanno migliorato la fatica, l’ansia e la depressione, ma l’agopuntura è risultata più efficace della CBT-I per il dolore.
Se il trattamento senza farmaci non è sufficiente, è importante rivolgersi al medico per valutare insieme la prescrizione di farmaci. Evita il fai da te!
Il farmaco che sceglierà il medico, infatti, dipenderà dal tipo di disturbo del sonno (come ad esempio problemi ad addormentarsi o difficoltà a dormire) e dagli altri farmaci che stai assumendo per evitare interazioni.
I dati emersi da studi sui pazienti oncologici evidenziano che la melatonina, ormone prodotto dalla ghiandola pineale durante le ore di buio, non è raccomandata per la scarsa efficacia mentre la valeriana e gli altri prodotti erboristici non sono raccomandati per la mancanza di evidenze a supporto.
Fraparentesi con la supervisione della dottoressa Concetta Stornante Medico psichiatra e psicoterapeuta
Bibliografia