immunoterapia e test per la lotta contro il cancro

Negli ultimi tre anni, la American Society of Clinical Oncology ha definito nel suo rapporto annuale alcune forme di immunoterapia come i “migliori trattamenti”. Questo approccio medico ha avuto grande successo nella cura di diversi tipi di cancro.

L’immunoterapia è davvero una pratica all’avanguardia, tuttavia non è priva di rischi ed effetti collaterali correlabili all’eccessiva e, talvolta, incontrollata attivazione immunitaria.

IMMUNOTERAPIA: PERCHÉ É IMPORTANTE PER LA LOTTA AI TUMORI

Il nostro sistema immunitario agisce costantemente per contrastare l’attacco di patogeni esterni ma anche delle cellule del nostro organismo che possono mutare a danno del nostro corpo come accade con le cellule tumorali.

Se queste cellule dannose sfuggono al nostro sistema di difesa, le cellule tumorali possono replicarsi. Per questo capire i meccanismi molecolari su cui si basa l’interazione tra il nostro sistema immunitario e le cellule cancerogene è di fondamentale importanza per individuare nuove strategie terapeutiche.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è concentrata in modo particolare su tali studi e grazie a questi oggi è possibile trattare già alcuni tumori con l’immunoterapia.

IMMUNOTERAPIA: CHE COS’É E IN COSA CONSISTE

L’immunoterapia è tra le prime dieci novità scientifiche dell’anno, secondo la rivista medica Science. Attualmente, è considerata una delle migliori terapie per contrastare la crescita del cancro e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tale terapia è volta a migliorare la reattività del sistema immunitario, in particolare, riattivando i linfociti quiescenti nella massa tumorale, al fine di attaccare le cellule cancerose.

Quali tumori vengono trattati?

I tumori al momento trattati con l’immunoterapia nella pratica clinica quotidiana sono:

  • Melanomi
  • Tumori polmonari non a piccole cellule
  • Cancro renale

Inoltre, si stanno studiando gli effetti positivi anche sulle neoplasie degli altri distretti corporei, con risultati incoraggianti nel setting sperimentale.

QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI DELL’IMMUNOTERAPIA?

Nel 90% dei casi, gli studi sull’immunoterapia non evidenziano in maniera adeguata gli effetti collaterali. Pertanto, è di fondamentale importanza cercare di riconoscere i primi eventi avversi, sia da parte di medici che da parte di pazienti e familiari, proprio per l’impiego sempre maggiore che si fa di questo trattamento.

Quando compaiono?

Gli effetti indesiderati dell’immunoterapia dipendono dal tipo di farmaco prescritto e, sebbene generalmente siano lievi, possono anche avere conseguenze più serie.

Gli effetti secondari tendono generalmente a insorgere in maniera molto precoce, quindi tra le prime settimane di cura, fino a tre mesi dopo l’inizio della terapia.

Le conseguenze più comuni

Tra gli effetti secondari più comuni:

Le conseguenze più rare

Gli effetti indesiderati che si verificano con un’incidenza più rara e sporadica sono:

  • Pancreatite
  • Uveite, cioè un’infiammazione dell’occhio
  • Neuropatie
  • Encefalite
  • Miocardite

Inoltre, si ricorda che gli effetti collaterali si manifestano in circa il 15% dei pazienti, ma la percentuale può aumentare nel caso in cui la terapia preveda l’assunzione di più farmaci.

IMMUNOTERAPIA: QUALI SONO I SINTOMI DEGLI EFFETTI COLLATERALI?

La prima comparsa degli effetti indesiderati è, generalmente, connessa con l’insorgenza di:

  • Diarrea
  • Dispnea, cioè difficoltà a respirare
  • Ipotensione, cioè pressione bassa
  • Dolore addominale
  • Confusione mentale
  • Eritema

Alla comparsa di questi sintomi, occorre rivolgersi tempestivamente al proprio oncologo, il quale valuterà se sospendere temporaneamente o interrompere definitivamente la terapia.

La decisione dipenderà dal grado di tossicità espresso.

COSA FARE IN CASO DI EFFETTI COLLATERALI DURANTE L’IMMUNOTERAPIA?

L’antidoto principale degli eventi avversi da immunoterapia è il cortisone. I vari corticosteroidi possono essere impiegati per via sistemica (endovena), orale o topica, in base alla sede corporea di insorgenza della problematica e al grado di severità.

Nonostante ciò, però, l’utilizzo del cortisone è sempre sconsigliato quindi è importante cercare di utilizzarlo con un occhio di riguardo, senza esagerare con il suo impiego. Il consiglio migliore è sempre quello di consultare un medico in grado di fornire un supporto specifico e personalizzato in base al paziente.

Ovviamente, il medico specialista valuterà se la sintomatologia insorta a carico dei vari organi è direttamente correlabile con il trattamento in immunoterapia o se imputabile a cause concomitanti (ad esempio, infettive).

Nelle condizioni in cui gli immunoterapici alterino la funzione di alcuni organi (ad esempio ghiandolare), si deve talvolta ricorrere a terapie sostitutive (ad esempio, ormoni tiroidei in caso di insufficiente produzione autonoma).

In definitiva, comunque, la sintomatologia che può insorgere nei trattamenti di immunoterapia deve essere riferita all’oncologo curante e non bisogna mai ricorrere ai rimedi casalinghi e di autoprescrizione.

IMMUNOTERAPIA E CHEMIOTERAPIA: QUALE É LA DIFFERENZA?

La chemioterapia è un trattamento farmacologico che ha come bersaglio le cellule cancerose. Nonostante ciò, però, la chemioterapia, purtroppo, rischia di colpire anche le cellule sane perché non è in grado di individuare quali siano le cellule dannose e quali no.

L’immunoterapia, invece, come abbiamo visto mira ad attivare il sistema immunitario affinché possa rispondere efficacemente individuando e distruggendo le cellule tumorali.


a cura del Dott. Carlo Pastore, specialista in Oncologia in collaborazione con Pazienti.it

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