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In questa parentesi parleremo della sindrome da malassorbimento cercando di capire cos’è e quali sono i suoi sintomi grazie ai consigli del Dott. Davide Festi, medico gastroenterologo e professore presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche del Policlinico S. Orsola di Bologna, e della nutrizionista Francesca Pasqui.
Che cos’è il malassorbimento?
Per malassorbimento si intende genericamente una non adeguata assimilazione degli alimenti che introduciamo con la dieta.
“Quando siamo in salute l’assorbimento degli alimenti avviene in 3 fasi: prima, il cibo entra nell’intestino dove i nutrienti vengono digeriti dagli enzimi presenti nelle secrezioni gastriche, biliari e pancreatiche; in una seconda fase, i nutrienti vengono assorbiti dalla mucosa intestinale, che è la parte più interna dell’organo e, in ultimo, trasportati attraverso il torrente circolatorio e linfatico. Il malassorbimento avviene quando i nutrienti non vengono assorbiti perché viene alterato il loro trasporto attraverso la mucosa intestinale”.
Così, il Dott. Festi, spiega cosa avviene a livello intestinale quando si parla di malassorbimento. Il malassorbimento può essere:
- Globale: quando l’intero processo di assorbimento è alterato (per esempio nel caso di chi soffre di celiachia, malattia causata dall’intolleranza al glutine, in cui l’intera superficie assorbente dell’intestino è alterata e porta a un mancato assorbimento di tutti i nutrienti);
- Selettivo: quando il malassorbimento riguarda solo determinati nutrienti (per esempio il malassorbimento della vitamina B12, che avviene per alterazione dell’ultima parte dell’intestino tenue dove questa vitamina viene normalmente assorbita).
A cosa è dovuto il malassorbimento: le cause
Le cause del malassorbimento possono essere diverse e riguardano:
- Malattie croniche del fegato e delle vie biliari;
- Malattie croniche del pancreas;
- Gastrite cronica atrofica (patologia causata dal sistema immunitario che, per errore, aggredisce le cellule dello stomaco);
- Eccessiva crescita della flora batterica intestinale;
- Intolleranze alimentari (come la celiachia);
- Malattie infiammatorie croniche intestinali;
- Interventi chirurgici che, con la rimozione di parti dell’apparato digerente, causano il malassorbimento;
- Tumori dell’apparato digerente e delle ghiandole annesse (fegato e pancreas) che, alterando la struttura degli organi, ne compromettono la funzione.
Leggi le principali cause di malassorbimento in questa tabella.

Diagnosi di malassorbimento: sintomi e disturbi
Esistono vari tipi di malassorbimento e per capire di quale tipo soffri nello specifico (malassorbimento dei grassi, dei carboidrati, ecc.) il medico dovrà prima identificare i sintomi:
- diarrea: sintomo più frequente della malattia;
- dimagrimento costante nonostante un’alimentazione corretta e più che sufficiente;
- nelle donne, può verificarsi anche l’interruzione del ciclo.
Inoltre, carenze diverse danno luogo a disturbi diversi, tra cui gonfiore e accumulo di liquidi, pelle secca e perdita dei capelli, ma anche anemia, osteoporosi e stanchezza. In alcuni casi, al malassorbimento si possono associare anche alitosi, flatulenza, crampi muscolari, aritmie e dermatiti.
Una volta identificati i sintomi dovrai sottoporti a una serie di esami che comprendono: la conta dei globuli bianchi (un loro aumento può suggerire la presenza di una infiammazione), dei globuli rossi, dell’emoglobina, delle concentrazioni del ferro, della vitamina B12, dei folati (tutti possibili indicatori di anemia), degli elettroliti (sodio, potassio, magnesio), della albumina, delle vitamine liposolubili (A, D, E e K); l’esofagogastroduodenoscopia con biopsie mirate (indicata se si sospetta malattia ulcerosa cronica, gastrite atrofica, malattia celiaca, ecc.); la colonscopia (nel caso di malattie infiammatorie croniche intestinali); l’ecografia addominale; la tomografia computerizzata; la risonanza magnetica; test sierici mirati (sospetto di celiachia); test del respiro che valuta l’idrogeno espirato dopo la somministrazione di lattosio o glucosio (sospetto di malassorbimento di lattosio o della presenza di una eccessiva crescita batterica intestinale); transaminasi, GGT, fosfatasi alcalina, bilirubina, amilasi, lipasi (in caso di patologie epatiche o pancreatiche).
Come curare il malassorbimento: cure e trattamenti
“Una volta identificata la causa della sindrome da malassorbimento si passa alle cure e ai trattamenti. In caso di celiachia, per esempio, si esclude il glutine dalla dieta. Per l’insufficienza pancreatica si consiglia l’assunzione di enzimi pancreatici. Per la contaminazione batterica intestinale l’assunzione di antibiotici e così via. Se il trattamento della malattia non è sufficiente esistono farmaci specifici (ad esempio la loperamide) che possono aiutare a controllare i sintomi.”
Dott. Festi
Le strategie nutrizionali hanno un ruolo terapeutico fondamentale per arrivare ad una soluzione mirata ed efficace.
L’importanza della dieta
Conoscere i meccanismi che portano a una scarsa assimilazione dei nutrienti, i sintomi e le conseguenze nutrizionali di ogni specifico disturbo, permette di intervenire in modo adeguato evitando di peggiorare ulteriormente la situazione. Questo deve essere fatto con il coinvolgimento di tutti i professionisti, tra cui medici di famiglia, internisti, gastroenterologi, chirurghi e dietisti.
Dopo la diagnosi clinica di malassorbimento è perciò fondamentale essere presi in carico da un nutrizionista/dietista che effettuerà una accurata valutazione dello stato nutrizionale, una diagnosi nutrizionale e una terapia dietetica che risponda alle carenze di cui si sta soffrendo.
Abbiamo chiesto aiuto alla dietista Francesca Pasqui per capire cosa fare:
“Le diete spesso procurano un cambiamento importante nelle abitudini di vita delle persone e non sono sempre facili da accettare e da seguire ma, in questo caso, sono essenziali per garantire il recupero dei deficit nutrizionali, prevenire future conseguenze negative sulla salute e migliorare la qualità di vita dell’interessato. Sono svariati i disturbi che possono alterare i meccanismi fisiologici che garantiscono una corretta digestione e assorbimento dei nutrienti (macro e micronutrienti). Quando il processo di malassorbimento è globale, come nella malattia celiaca, l’unica terapia è la dieta senza glutine e una particolare attenzione su carenze di vitamine liposolubili (vitamine A, D, E e K). Invece alcune malattie interferiscono con l’assorbimento di un singolo nutriente o una serie limitata di nutrienti (carenza di vitamina B12, carenza di ferro, ecc.). Qui bisogna intervenire con un’alimentazione specifica e supplementi nutrizionali orali. Se anche così i sintomi persistono si possono attuare un supporto nutrizionale artificiale e una terapia farmacologica”.

Malassorbimento nelle diverse patologie oncologiche: quali differenze?
Differenti patologie oncologiche, in particolare quelle dell’apparato digerente, hanno nel loro quadro clinico una sindrome da malassorbimento. Sindrome che può anche peggiorare e rivelarsi in modi differenti da persona a persona a seconda delle terapie farmacologiche, radioterapiche e chirurgiche effettuate per il trattamento della patologia di base.
L’esempio più significativo è quello del tumore dello stomaco. Purtroppo molto spesso la diagnosi di tumore gastrico è tardiva e si arriva in ambulatorio in condizioni generali compromesse raccontando di avere notato una perdita di peso significativa senza una causa specifica. Una volta effettuata la diagnosi, la terapia consiste nella rimozione, totale o parziale, dello stomaco, che modifica significativamente il generale processo di digestione ed assorbimento dei nutrienti. La mancanza dello stomaco e della sua funzione di contenitore di cibo fa sì che questo arrivi direttamente nell’intestino, provocando diarrea e malassorbimento. Non solo, sono compromessi anche l’assorbimento della vitamina B12 e di ferro, dato dall’assenza della secrezione gastrica e la secrezione pancreatica, fondamentale per mantenere gli equilibri digestivi.
La mancanza della secrezione gastrica contribuisce allo sviluppo di una sindrome da contaminazione batterica intestinale che porta a malassorbimento di grassi, vitamine liposolubili (a, D, E, K) e acidi biliari.
Malassorbimento e dimagrimento: qual è il collegamento?
Il malassorbimento, che è spesso sottodiagnosticato nei pazienti gravemente malati, è invece un sintomo molto rilevante per capire l’equilibrio e la gestione nutrizionale dell’organismo.
Il malassorbimento può causare carenza di tutte le sostanze nutritive o carenze specifiche di determinate proteine, grassi, zuccheri, vitamine o minerali, per questo chi ne soffre perde peso o mostra difficoltà di mantenimento del peso forma malgrado un adeguato consumo di cibo.
È quindi molto importante fare attenzione al dimagrimento.
La testimonianza di Claudia: come si convive con il malassorbimento
“Dopo l’asportazione totale dello stomaco a causa di un tumore, nel 2008, ho dovuto affrontare un problema molto serio: il malassorbimento. Appena operata, faticavo a ingerire cibo e, complice anche la chemioterapia, ho perso moltissimo peso. Questa perdita non si rifletteva solo sul mio aspetto fisico, ma su tutta la mia vita. Ero debole, non riuscivo a condurre le attività quotidiane né a vivere con dignità. Credevo che quella condizione fosse ormai definitiva e mi stavo rassegnando all’idea che non ci fosse alcuna possibilità di miglioramento. Ma mi sbagliavo: con il giusto supporto, è possibile ritrovare una vita piena.
A circa un anno dalla dimissione, ho deciso di rivolgermi a medici specializzati, tra cui un gastroenterologo e una nutrizionista. Grazie al loro aiuto, ho imparato come alimentarmi correttamente e ho iniziato a integrare elementi fondamentali per chi, come me, vive senza stomaco: la Vitamina B12, essenziale per il nostro organismo, il ferro, la folina e la Vitamina D. Questi integratori hanno fatto la differenza, trasformando completamente la mia qualità di vita. Sebbene sia rimasta magra – una condizione comune per chi affronta questo percorso – ho ritrovato la forza e l’energia per vivere pienamente coltivando relazioni, affetti e lavoro.
Il mio consiglio è di affidarsi a personale esperto, idealmente già prima dell’intervento, per prepararsi al meglio e affrontare il malassorbimento con le giuste strategie. Questo disturbo è inevitabile dopo la resezione dello stomaco e comporta disagi e sofferenze, ma è possibile imparare a gestirlo. La magrezza ci caratterizza e spesso desideriamo anche solo qualche etto in più, ma sapere che, con il supporto giusto, si può tornare a vivere una vita piena è un messaggio importante che voglio condividere con chi si trova in questa situazione.
Anche per offrire supporto concreto, nel 2015 abbiamo fondato l’Associazione Italiana Vivere senza Stomaco Si Può, l’unica attiva su tutto il territorio nazionale. Questo progetto nasce come luogo di condivisione e ascolto, dove le persone possono confrontarsi su tutte le fasi della malattia: dalla diagnosi – spesso tardiva perché il tumore allo stomaco viene confuso con gastriti o disturbi simili – alla scelta della struttura più adeguata per l’intervento, preferibilmente dotata di un’unità multidisciplinare capace di prendersi cura del paziente nel suo complesso.
Attraverso l’Associazione vogliamo offrire speranza e supporto a chi si trova ad affrontare questa patologia, aiutandolo a immaginare un futuro possibile e a trovare le risposte che cerca. Sapere che si può tornare a vivere è una forza che merita di essere condivisa.”

Si ringrazia Francesca Pasqui – Nutrizionista e collaboratrice Team Scientifico Vivere senza Stomaco
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