Indennità di accompagnamento: cos’è e come funziona

L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica, erogata dall’INPS. Si tratta di una forma di sostegno concessa per incentivare l’assistenza domiciliare della persona invalida e per evitare il ricovero in ospedale. Al contempo lo stato intende sostenere il nucleo familiare e incoraggiarlo a farsi carico della persona malata, evitando così il ricovero in istituti di cura e assistenza con conseguente diminuzione della relativa spesa sociale.

Indennità di accompagnamento: quali sono i requisiti e chi ne ha diritto

I prerequisiti per richiedere l’indennità di accompagnamento sono:

  • il riconoscimento di invalidità totale e permanente del 100%
  • l’impossibilità della persona malata di deambulare o di svolgere le normali attività quotidiane in autonomia

L’indennità di accompagnamento è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa del “caregiver” e si può sommare al percepimento della pensione di inabilità civile.

indennita_accompagnamento: persona assiste malato

Indennità di accompagnamento: come richiederla

Per ottenere le prestazioni economiche assistenziali, quindi sia per l’assegno di invalidità che per la pensione di inabilità, bisogna presentare la domanda all’INPS esclusivamente per via telematica:

  • Ai sensi dell’art. 24, comma 4, del D.L. n. 76/2020, dal 1° ottobre 2021 l’accesso a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione è consentito solo attraverso credenziali SPID, CIE o CNS. Di conseguenza non è più consentito l’accesso ai servizi INPS con il PIN, con la sola eccezione di quelli rilasciati a cittadini residenti all’estero non in possesso di un documento di riconoscimento italiano (Circolare INPS n. 127 del 12-08-2021).
  • chiedendo aiuto ad un consulente del lavoro o ad un patronato

    I documenti necessari per richiedere l’indennità di accompagnamento:

    Per poter inoltrare la richiesta, il certificato medico digitale, redatto ed inoltrato all’INPS dal proprio medico di base, deve riportare una delle seguenti indicazioni:

  • la persona è impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
  • la persona non è in grado di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza continua

    I tempi di risposta dell’INPS

    Una volta ricevuta la richiesta in circa 2 settimane l’INPS vi inviterà ad un colloquio per le verifiche, prima di confermare l’invalidità. Il pagamento della pensione di inabilità e dell’assegno di invalidità è di competenza dell’INPS, che ha la gestione di un apposito fondo.

    I benefici

    L’indennità di accompagnamento:

  • non è vincolata da limiti di reddito e di età
  • non è reversibile (cioè non si trasmette agli eredi dopo la morte dell’invalido)
  • l’importo dell’assegno è pari a 531,76 (anno 2024) per 12 mensilità ed è cumulabile con la pensione di inabilità.

Viene sospesa in caso di ricovero del malato invalido in un istituto con pagamento della retta a carico di un ente pubblico.

Lo scorso gennaio 2024, il Consiglio dei ministri ha decretato che, dal 2025 le persone non autosufficineti over 80 anni e con un ISEE inferiore a 6.000€, potranno accedere ad una prestazione che può arrivare sino 1.380€ mensili

Indennità di accompagnamento: quando viene versato l’assegno e per quanto tempo?

L’assegno per l’accompagnamento spetta dal mese successivo alla presentazione della domanda ed è erogato per 12 mensilità. Al primo pagamento l’INPS versa gli arretrati e gli interessi, mentre i pagamenti successivi sono corrisposti mensilmente.
Nell’eventualità di ricovero è necessario inviare tempestiva comunicazione all’INPS. In ogni caso, entro il 31 marzo di ogni anno, il beneficiario è tenuto a dichiarare, sotto la propria responsabilità, di non essere ricoverato in un istituto a titolo gratuito. Se il beneficiario non è nelle condizioni di rilasciare la dichiarazione, può essere resa dal coniuge o da un familiare entro il terzo grado.

Indennità di accompagnamento e legge 104: quali sono le differenza?

La legge 104 attesta il riconoscimento di essere portatore di handicap. Questo riconoscimento non significa però che si necessita di un accompagnamento. Un portatore di handicap può, infatti, essere autosufficiente e quindi non aver bisogno di un supporto esterno per svolgere le proprie attività quotidiane in piena autonomia.

Lo stesso può valere anche per un grado di invalidità riconosciuta al 100%. Soltanto il portatore di handicap al 100% che non è in grado di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure è incapace di compiere gli atti della vita quotidiana, ha diritto all’indennità di accompagnamento.


Avv. Antonella Carbone – Avvocato del lavoro

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