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[columns] [column size=”1/3″]QUANDO HAI IL CANCRO
Quando hai il cancro,
nessuno ti dice
che sarà di marzo
quando hai il cancro,
nessuno
ti dice
che sarà di mercoledì
quando hai il cancro,
nessuno
ma proprio nessuno
ti aveva detto
che saresti stata tu
quando hai il cancro,
nessuno ti dice
che forma ha la tua testa
spoglia
se già non l’avevi vista
quando hai il cancro,
nessuno ti dice
chi piangerà
e chi no
e nessuno
ti dice
se, quando
piangerai anche tu.[/column]
[column size=”1/3″] DA DENTRO
Quando senti che la vita spinge da dentro
e non sai se fermarti
se aprire
o spingere a tua volta
a spallate
contro la volontà di dirsi libera
a spalare
chili di altra vita imposta
quando senti che la vita spinge da dentro
e ti senti in colpa
e la colpa
di una vita a metà
che tu comunque la vorresti tutta
e quando senti che la vita spinge da dentro
a lacrime e sangue
a lacrime a dirotto
è rotto
quel meccanismo che ti salverebbe dal dolore
ti rialzerebbe
e quindi
non piangi
non temi
non ami
non vivi
resisti
di inconsapevole resilienza
senza senza senza
strade
che non siano tue[/column]
[column size=”1/3″]quando la vita spinge da dentro
e di quel momento non vedi che tutto
in un sorriso a te corrisposto
un’ironica smorfia
un sospiro a testa
alta
uno slancio al passo che avanza
che segue il passo
che faresti anche tu
se alla spinta di vita porgessi il braccio
e allora vivi
e non chiedere altro
alla spinta di vita che dentro
distingue di te ciò che sei
ciò che sai
ciò che hai
perso e buttato giù
ciò che vuoi
alla fine
decidilo tu.[/column]
[/columns]
Mi chiamo Marta, anzi Marti.
Vivo a Torino. Ho 30 anni, una compagna, due mici, i muri della mia cucina sono azzurri, mi piace fare colazione con cappuccino e cornetto al bar. Lavoro in Comune, Assessorato Pari Opportunità.
Se cammino sola, spesso, musico le strade dai miei auricolari, amo le contraddizioni e il cielo limpido, freddo d’inverno.
Il mio corpo gioca tra femminile e maschile, non amo oggetti e concetti binari se non quelli da viaggio, credo nei dinosauri e nei supereroi, e soprattutto credo nella forza di chi vivendo diseguaglianza, discriminazione o violenza, lotta per vivere. Perché sopravvivere e basta, è tanto inumano quanto è vero che la terra gira.
Il mio cancro è arrivato di marzo, anche se il mio seno sinistro e il mio braccio già vi si rapportavano da tempo. L’unica cosa che il cancro mi ha portato via è stata l’inconsapevolezza di me e del mio stare al mondo, che oggi è diventata forza, lotta, vita e resilienza. Ho imparato la quotidianità del cancro, che nessuno ti racconta prima. Ho imparato a combattere, trasformando il dolore in rabbia e la rabbia in risa, ironia e un tocco di cinismo.
Perché di cancro a volte purtroppo si muore, ma sicuramente sempre si vive e io sto facendo questo.
Il blog The Intersectional Self raccoglie poesie, foto e video con i quali cerco di portare la mia esperienza e riflessione sull’intreccio tra corpo, queer e malattia.
♥ Grazie Marta
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