Come nel caso dei bambini più piccoli, anche in questo caso parlare del cancro a un figlio adolescente è fondamentale. La malattia di un genitore è per un adolescente qualcosa di estremanente destabilizzante. E a questa età i ragazzi hanno bisogno di essere continuamente ascoltati.
Indice argomenti:
ADOLESCENTI: IL LORO MONDO E L’IMPATTO DELLA COMUNICAZIONE
In età adolescenziale, i ragazzi sono per definizione alla ricerca di una propria autonomia e indipendenza. In tal senso il percorso di malattia della mamma è un po’ come se in qualche misura andasse a minare questo processo di definizione della propria identità.
Rispetto al tentativo di affermare un desiderio di indipendenza, l’impatto dell’esperiena del cancro della mamma sulla routine famigliare implica un condizionamento molto forte anche in termini di ritmi personali e famigliari.
Probabilmente vi troverete a delegare ai ragazzi più grandi dei compiti che implicano per loro rinunce e costi emotivi elevati rispetto a quella che è la loro vita sociale e relazionale.
ALCUNI CONSIGLI SU COME PARLARE DEL TUMORE
Quando parlate con figli adolescenti della diagnosi di cancro o delle terapiae oncologiche è inutile mentire o sdrammatizzare circa la gravità della malattia nel tentativo di proteggerli o rassicurarli perchè questo atteggiamento li farebbe sentire traditi e farebbe percepire un clima di falsità e sfiducia reciproca.
Ai vostri figli, sopratutto durante l’adolescenza, è importante rivolgere una disponibilità all’ascolto per certi versi illimitata.
Rendetevi disponibili ogniqualvolta in cui necessitano di comunicare con voi.
I loro sentimenti e le loro emozioni vanno presi assolutamente sul serio e va rispettato il loro eventuale desiderio di mantenere in una sfera privata quello che sta succedendo in famiglia. Non tutti i ragazzi desiderano condividere con i compagni di scuola, gli insegnanti o altri quello che sta succedendo.
DATEGLI IL TEMPO DI ELABORARE
Dopo aver parlato della diagnosi di cancro con vostro figlio, consiglio di lasciare un periodo di tempo che dipende dalle singole esigenze, all’interno del quale lui o lei potrà metabolizzare le informazioni ricevute e verosimilmente svilupperà la necessità di porre domande.
Incoraggiate i ragazzi a fare domande perchè questo consente loro di percepire un tempo e uno spazio in cui ciò che provano può essere accolto e gestito anzichè essere represso.
Dr.ssa Michela Donini – Psicologa e psicoterapeuta